Via Francigena

Verso una Francigena più accessibile e inclusiva: il progetto “for All” 

Ci sono progetti che nascono e riescono bene perché fatti con testa e competenza, ma quelli fatti con testa, competenza e cuore vanno ancora più lontano. Quanto possa andare lontano il progetto “Francigena for all” non è dato sapere, perché anche se si semina bene il raccolto non è mai immediato, ma certamente già adesso, nonostante sia inverno, in Piemonte su 36 chilometri di Via Francigena fiorisce l’accessibilità

Si è parlato molto di questo progetto, finanziato da un bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nel quale la Regione Piemonte, con i partner Turismo Torino e Provincia e Consulta per i Beni Culturali Ecclesiastici di Piemonte e Valle d’Aosta e il supporto di Visit Piemonte, ha saputo mettere insieme una squadra di soggetti coinvolti in prima persona, come Unione Italiana Ciechi, Ente Nazionale Sordi, Agenzia Piemonte Lavoro, Club Alpino Italiano – Montagna Terapia, Centro regionale Autismo.  

L’opportunità materiale è stata quella di un bando, l’opportunità a valore aggiunto è stata il mettere insieme le competenze per creare condizioni concrete di accessibilità, curate nei particolari, focalizzate su un ventaglio completo che non lascia fuori nessuna esigenza. Così 36 chilometri di Via Francigena, ovvero l’itinerario canavesano, tra Ivrea e Viverone, e lavariante della Val di Susa tra Villar Focchiardo e Avigliana (nonché i territori limitrofi) si sono popolati o si stanno popolando di pannelli multisensoriali, con contenuti in Braille per persone con disabilità visive e QR code che raccontano le località in italiano, inglese, francese e LIS per le persone con disabilità uditive aree di sosta green e accessibili, percorsi fruibili per persone con autismo, chiese aperte in modo automatizzato, in ogni momento, con una semplice app, nelle quali è possibile realizzare visite personalizzate per persone con disabilità di vario tipo.  

Ma non solo. Un lavoro capillare di mappatura – anche questo frutto di collaborazione tra più soggetti: Cai, AEVF, CPD-Consulta per le Persone in Difficoltà – consente di avere informazioni dettagliate sull’accessibilità dei percorsi, delle strutture ricettive, degli uffici turistici e dei luoghi di interesse (traccia GPX e itinerari completi sono disponibili su visitpiemonte.com). Un lavoro profondo di rilevazione dei bisogni, da una parte, e di sensibilizzazione e di formazione, dall’altra, sta facendo sì che tutti i soggetti di questo territorio stiano comprendendo cosa c’è da fare per rendersi più accessibili e aprirsi a una nuova fascia di persone che vogliono scoprirne la bellezza e che, in questo, non devono essere ostacolate dalle loro esigenze.  

“La Via Francigena crea comunanza” 

A raccontare tutto questo è Barbara Bellini, Dirigente del Settore Valorizzazione Turistica del Territorio della Regione Piemonte, che con l’apporto progettuale e tecnico di Paolo Caligaris ha condotto in porto “Francigena for All”. Il progetto lavoro è iniziato ufficialmente nel 2022, con l’attribuzione del finanziamento, ma ancora prima con una paziente costruzione di relazioni. Collaborazione tra associazioni, coinvolgimento attivo, competenza sono state le parole chiave che hanno reso vincente l’idea iniziale e, soprattutto, hanno creato le condizioni perché generi, nel tempo, frutti ancora maggiori. Gli obiettivi sono alti: valorizzazione del territorio in tutti i suoi aspetti – dall’enogastronomia alla spiritualità, dallo sport alla cultura – creazione di opportunità di lavoro, inclusione. Ma perché, per tutto questo, si è scelta proprio la Via Francigena? 

Francigena for all

La risposta di Barbara Bellini è che il cammino di Sigerico crea una comunanza strategica, perché attraversando tutta la regione in più rami, da nord e da ovest, cuce insieme tanti Comuni, ognuno dei quali ha una propria realtà da valorizzare. Insieme alla Via Francigena, osserva, viene fatto conoscere tutto il territorio piemontese, che offre a chi la percorre interessanti siti artistici e culturali e un paesaggio molto diversificato: montagna, collina, pianura, laghi, zone del riso. In questa chiave di scoperta capillare del territorio tramite il viaggio lento l’accessibilità offre una marcia in più. E due sessioni formative mirate hanno trasmesso questa consapevolezza agli operatori della ricettività. 

Le esperienze di accessibilità per tutti 

Chi ha intessuto il progetto ha avuto la capacità di utilizzare al meglio il filo comune della Francigena, creando una rete di collaborazione sempre più estesa e capace di rispondere ai reali bisogni. E’ stato possibile, così, realizzare tirocini lavorativi nel settore turistico per persone disabili, con l’Agenzia Piemonte Lavoro, o “Chiese a porte aperte”, un progetto nel progetto, realizzato con la Consulta per i Beni Culturali Ecclesiastici di Piemonte e Valle d’Aosta, che ha valorizzato venti luoghi sacri aumentandone la fruibilità grazie a un sistema di prenotazione, apertura e narrazione automatizzata tramite smartphone del patrimonio culturale ecclesiastico. Un sistema, ad oggi, unico nel nostro Paese, che potrà essere esteso ad altri beni culturali con vantaggio di tutti.  

joelette

E, ancora, con l’Asl Torino 4 sono state organizzate uscite mirate per persone con autismo. Sono state acquistate 4 joelette che sono a disposizione delle persone con mobilità ridotta che vorranno percorrere questi due tratti di Cammino, con il supporto operativo di volontari del Cai. Sono state realizzate attività di animazione ed accompagnamento di gruppi di persone disabili, come pure escursioni promozionali aperte a tutti. “I love Francigena”, nel maggio 2024, o la camminata che ha festeggiato la conclusione del progetto, in settembre, hanno permesso a centinaia di persone di scoprire che, vicino casa, scorre un Cammino storico riconosciuto dal Consiglio d’Europa. 

Il progetto è concluso, i risultati sono solo all’inizio 

Negli ultimi mesi, insomma, i tratti piemontesi della Via sono stati un pullulare di gruppi e iniziative. Che continuano. E continueranno. Già a pochi mesi dalla conclusione ufficiale si sono visti cambiamenti notevoli ma bisognerà dare, a quanto seminato, altro tempo per germogliare e crescere. Quello che certamente è già un frutto acquisito è il modello. Non è difficile prevedere che “Francigena for all” sarà presa come riferimento per ulteriori bandi o per progetti di respiro ancora più ampio. “I tratti di Francigena infrastrutturati – osserva Barbara Bellini – possono essere luoghi di continuità o raccordo per itinerari più lunghi, si può arrivare a creare un prodotto turistico meglio definito”. Insomma, anche se il progetto, sulla carta, è concluso ha appena cominciato a fiorire. Continuerà – assicura chi lo ha curato – con l’obiettivo di consolidare le esperienze e i risultati positivi ottenuti.  

Ci saranno altri tirocini formativi. Verranno acquistati mezzi fuoristrada per l’accompagnamento su tratti disagevoli. Verrà realizzata la mappatura sull’intero percorso della val di Susa e del Canavese, che completerà quella dei 36 chilometri del progetto. Verranno adeguati servizi, infrastrutture, siti web, con l’obiettivo di un’offerta più vicina alle esigenze di accessibilità, anche per gruppi e famiglie. Si intende dar seguito all’intensa attività di formazione, che ha coinvolto una gamma molto ampia di operatori, con azioni di sensibilizzazione per rafforzare la cultura della ricettività, e si punterà ancora sull’esperienza dei tirocini. Ed è proprio ad un tirocinio che è legato il ricordo forse più emozionante che la dirigente ha di questo progetto così ricco. “Ho ritrovato alla Bit due ragazze che avevo conosciuto nella Commissione di selezione, le ho viste commosse, entusiaste di essere lì a lavorare. Mi ha riempito di gioia constatare che basta poco per mettere le persone in grado di realizzarsi e di rendere un servizio utile e prezioso”. 

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Daniela De Sanctis
Giornalista, appassionata di cammini, trekking e montagna, vive tra Roma e le Dolomiti. Scrivendo e camminando, ha l’obiettivo di aiutare a scoprire meraviglie e fare promozione del territorio. Collabora all’organizzazione di trekking di più giorni, soprattutto in posti dove vanno in pochi, dal Molise all’Australia.