La Guida “La Via Francigena nel Sud” è certamente quella che ho atteso con maggiore impazienza. Reduce dagli ultimi, esaltanti 100 chilometri della Road to Rome 2021, da Lecce a Santa Maria di Leuca, non vedevo l’ora di avere il volume in mano per progettare altre tappe.
L’avevo decisamente sottovalutata.
Non solo sapere dove andare, ma capire la Francigena
Da “La Via Francigena nel Sud”, che descrive il tratto Roma–Santa Maria di Leuca ed è pubblicata da Terre di Mezzo, aspettavo soprattutto indicazioni su come organizzarmi il percorso, dove dormire, cosa non perdere dell’immenso patrimonio che si ha la fortuna di incontrare o sfiorare camminando in Italia. Ho trovato tutto questo (e non è poco) e anche molto di più: ho trovato pagine che hanno colmato lacune più importanti.
Chi ha percorso la Francigena, integralmente o meno, si è certamente stupito, in alcuni tratti, per la presenza di diverse possibili varianti da seguire. Qual è la Francigena? – viene quasi da chiedersi – Perché ci sono tutti questi sentieri? Perché la genesi di questo cammino, che attraversa 5 Paesi europei, è complessa, e ancora di più lo è quella della parte che da Roma si proietta verso gli imbarchi meridionali per Gerusalemme. Questa complessità è quella che più la caratterizza, che ne fa un terreno di dialogo e collaborazione, un modello da seguire per la convivenza degli opposti e la valorizzazione delle reciproche diversità. Lo sanno bene gli autori: Angelofabio Attolico, Claudio Focarazzo e Lorenzo Lozito, tre esperti che hanno messo cuore e competenza non solo per dare indicazioni sulla Francigena nel Sud ma per aiutarci a capirla.
Tante varianti e un corpo unico
Credo sia una scelta di campo molto ponderata, da parte loro, dare al primo capitolo della Guida il titolo “Dal Mediterraneo all’Europa” e ricostruirvi una vicenda storica e sociale complessa, che muove i primi passi nel quarto secolo dopo Cristo, riannodando fili non sempre facili da rimettere insieme. La vita del territorio, che si diversifica sempre più man mano che l’Impero Romano perde la sua unità, crea percorsi che si sviluppano in alternativa all’asse centrale costituito dalle strade consolari.
Da qui l’eccezionale ricchezza di varianti e di percorsi possibili, che sono ridiventati (e stanno ridiventando) un corpo unico grazie al lavoro promosso dall’Associazione Europea delle Vie Francigene, che nel 2019 ha esteso al tratto Roma-Leuca la certificazione di Itinerario culturale del Consiglio d’Europa, fino ad allora assegnata al tratto Canterbury-Roma. Il sogno di un’unica Via Francigena, da Canterbury a Leuca, fa un passo avanti decisivo, dal quale si sviluppa un intenso lavoro di aggregazione di Istituzioni, soggetti del territorio, realtà associative.
Su questo input, le Regioni attraversate dai 930 chilometri di Cammino raccontati in questo volume (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia) si sono coordinate e hanno provveduto a geolocalizzare il tracciato (disponibile anche tramite app) e a creare e man mano estendere una rete di servizi che punta a un nuovo modello di sviluppo del territorio, basato sulla tutela ambientale e sulla destagionalizzazione. Sono in continuo aumento i Comuni che decidono di aderire al progetto, facendo ogni giorno un altro passo avanti nella valorizzazione del Cammino di Sigerico nella sua integrità e, ancora di più, nella costruzione del dialogo tra Paesi e Paesi, tra territori e territori. Anche rendere sempre più fruibile un Cammino è fare l’Europa. Se, oggi, possiamo partire da piazza San Pietro, vivere l’emozione di arrivare a Leuca e sentirci uno dei pellegrini che, mille anni fa, si sarebbero imbarcati fino all’altra sponda del Mediterraneo, è grazie a questo paziente e convinto lavoro di tessitura.
Ogni tappa ha tanti perché
I risultati materiali di questa evoluzione (accoglienza, segnaletica, accessibilità) sono contenuti nei 45 capitoli che descrivono altrettante tappe della Francigena nel Sud. Si tratta di un impegno, in media, 20-22 chilometri al giorno, che conduce attraverso angoli poco conosciuti del Centro-Sud lasciando il giusto tempo alla conoscenza dei luoghi. Dal basolato dell’Appia Antica agli oliveti devastati dalla xilella, dalle abbazie medievali ai tratti costieri che si affacciano sulle acque blu del Tirreno o dell’Adriatico, ogni giorno ha tanti perché e tanto da scoprire.
Nella Guida, oltre a tutte le informazioni di servizio, una cartina geografica offre una visione generale di ogni tappa e un efficace sommario ne sintetizza le caratteristiche, le deviazioni consigliate o le possibili varianti, valutate anche in base alle condizioni stagionali. A quelle che si possono percorrere in un giorno vengono aggiunte alcune “grandi varianti”. Chi, da Troia, volesse arrivare in 5 giorni a Monte Sant’Angelo, percorrendo la Via Micaelica (dalla M23 alla M27 invece di proseguire verso Castelluccio dei Sauri e poi verso Canosa di Puglia, dalla 23 alla 27) può proseguire sulla costa per riprendere, a Bari, il tratto “ufficiale” percorrendo la Litoranea, 145 chilometri suddivisi in 9 tappe. La Bradanica, invece, attraversa la valle scavata dal fiume Bradano, da Ordona a Matera, con 200 chilometri e 10 tappe, su antichi tratturi e vie di pellegrinaggio medievali.
Un interesse senza confini
A sottolineare l’interesse sempre più privo di confini per la Francigena e la Francigena nel Sud, l’intelligente scelta degli editori di far uscire, a stretto giro, The Via Francigena in Southern Italy, ovvero la versione in inglese, che personalmente ho già regalato a un paio di amiche neozelandesi. E per chi fosse già convinto di partire sono disponibili anche le edizioni a pacchetto con le credenziali. Buon Cammino!