Sono una fervente sostenitrice del fatto che tutte le azioni contano, non importa quanto piccole. E credo anche che, se vogliamo contribuire a un mondo migliore e a far sì che il cambiamento avvenga, è importante guardare prima di tutto alle scelte che facciamo nella nostra vita. Personalmente non sopporto le persone che dicono “ok, ma anche se faccio questo cambiamento, non avrà un vero impatto perché tante altre persone non fanno la stessa cosa e quindi la mia piccola azione non conta”. Io credo che conti eccome, e che molti grandi cambiamenti inizino in piccolo, dalle radici. La scelta di trascorrere una settimana (o più) percorrendo a piedi o in bicicletta la Via Francigena invece di prendere un aereo per raggiungere una destinazione turistica popolare è di per sé sostenibile. Ma sapevate che con qualche ulteriore (piccolo) accorgimento può diventare ancora più green? Di seguito troverete alcuni dei miei consigli su come rendere la vostra avventura sulla Via Francigena ancora più sostenibile.
Indice
- Borracce riutilizzabili
- Shampoo e sapone solidi
- Le suole dei vostri scarponi da trekking sono completamente consumate? Riparatele!
- Vestiti da trekking con materiali sostenibili
- Prelibatezze locali
- Attenzione ai piccoli rifiuti (in plastica)
- Come raggiungere il percorso e come tornare indietro
- Ridurre il consumo di acqua
Borracce riutilizzabili
Va da sé che le bottiglie d’acqua di plastica usa e getta sono tra i prodotti più inquinanti presenti sul mercato dei consumatori. Quando si acquista l’acqua in bottiglia si paga soprattutto la bottiglia invece dell’acqua, finanziando l’industria del petrolio e mantenendo intatto questo grande mercato inquinante. In molti Paesi, invece, l’acqua può essere tranquillamente bevuta dal rubinetto, e questo è sicuramente il caso dei Paesi attraversati dalla Via Francigena. Forse l’acqua non sarà sempre gustosa come quella della bottiglia, ma non fatevi ingannare: molte acque in bottiglia non sono così buone come si pensa! Alcune sono filtrate troppo, mentre altre contengono ancora un’elevata quantità di residui fissi. Infine, ma non meno importante: le bottiglie d’acqua di plastica usa e getta possono rilasciare sostanze tossiche nell’acqua, soprattutto se riscaldate dal sole. Sostanze che finiscono poi nel nostro corpo quando beviamo!
Motivi più che sufficienti per viaggiare sempre con borracce riutilizzabili, preferibilmente termiche per mantenere l’acqua fresca quando fa caldo. E ricordate che è importante lavare regolarmente la vostra borraccia per evitare che si formino cattivi odori o alghe all’interno!
Shampoo e sapone solidi
Ho iniziato a usare shampoo, saponi e altri prodotti per l’igiene personale solidi circa 5 anni fa e non riesco a immaginare quanti rifiuti di plastica abbia già evitato di generare in questo periodo. Ma sono sicura che si tratta di molti, molti chili. Siamo talmente abituati a comprare i nostri prodotti per l’igiene personale in confezioni di plastica, a vedere i nostri supermercati e farmacie pieni di flaconi con prodotti liquidi che per noi è diventata la normalità. Non lo consideriamo strano o un problema, e di conseguenza molte persone continuano ad acquistare regolarmente questi prodotti, con le confezioni vuote che il più delle volte finiscono nelle grandi discariche, in attesa di essere bruciate o semplicemente lasciate lì… per chissà quanti anni, o secoli!
Se ci pensate, un’alta percentuale di ciò che state acquistando comperando prodotti liquidi è semplicemente acqua. Se si toglie l’acqua e si lasciano solo gli “ingredienti” attivi, ci si ritrova con una piccola barra di sapone o shampoo concentrato che può essere facilmente confezionata in carta (riciclata). Grazie al loro peso e volume ridotti, questi prodotti solidi sono perfetti per le avventure di viaggio lento come la Via Francigena. Come ho già detto, uso questi piccoli amici solidi da molti anni e non tornerei mai alle loro controparti in plastica. Mi sento anche più leggera mentalmente, non dovendo buttare tutta quella spazzatura ogni settimana, ed è semplicemente bello sapere che sto contribuendo, nel mio piccolo, a creare un po’ meno rifiuti di plastica con ogni barretta di shampoo solido che compro.
Le suole dei vostri scarponi da trekking sono completamente consumate? Riparatele!
Non c’è niente di peggio che dover sostituire le scarpe da trekking quando sono perfettamente rodate e super comode su qualsiasi tipo di terreno, solo perché le suole hanno iniziato a perdere aderenza. Se i vostri scarponi sono ancora in buono stato, senza buchi e in grado di resistere a varie situazioni meteorologiche, vi consiglio vivamente di trovare un buon calzolaio e di chiedergli di sostituire la suola consumata con una nuova. In questo modo potrete godervi le vostre scarpe da trekking preferite molto più a lungo, contribuirete al principio del riutilizzo, della riparazione e del riciclo, e vi costerà molto meno che acquistare un paio di scarpe da trekking nuove di zecca. Naturalmente, questo vale solo quando non si è in viaggio. Se invece siete in giro e all’improvviso le vostre scarpe da trekking si rompono (un classico problema è il distacco della suola dalla scarpa), assicuratevi di avere sempre con voi del nastro adesivo per risolvere temporaneamente il problema fino a quando non riuscirete a trovare una soluzione più definitiva. A volte questo significa acquistare un paio di scarpe da trekking nuove, perché sappiamo tutti che nessun paio di scarpe è eterno, ma a volte ci sono altri rimedi che vi permetteranno di andare avanti per molti chilometri.
Inutile dire che, se si investe in un buon paio di scarpe da trekking invece che in un’alternativa economica, queste dureranno molto più a lungo, oltre ad essere più comode per i vostri piedi. Le scarpe da trekking di Garmont, partner di AEVF, che offre uno sconto speciale del 20% ai pellegrini della Via Francigena, rappresentano l’occasione perfetta per investire in una calzatura comoda e duratura.
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Vestiti da trekking con materiali sostenibili
Quando si parla di tessuti per l’abbigliamento, è logico che i vestiti realizzati con materiali naturali siano molto più sostenibili di quelli sintetici. Personalmente sono una grande fan del cotone, o per essere più precisi: del cotone biologico. Il cotone non biologico ha purtroppo un impatto molto pesante sull’ambiente ed è meglio evitarlo. Ma quando si tratta di camminare o pedalare lungo la Via Francigena, gli indumenti vengono solitamente scelti in base alla loro capacità di essere idrorepellenti, traspiranti e facilmente asciugabili. Il cotone, purtroppo, non ha queste caratteristiche (a parte la traspirabilità), poiché si bagna facilmente quando si suda o si cammina sotto la pioggia, e impiega secoli ad asciugarsi. Inoltre, i vestiti bagnati ci rendono più sensibili agli acciacchi, che per ovvie ragioni è meglio evitare. Gli indumenti tecnici e idrorepellenti, tuttavia, rilasciano microplastiche nel nostro ambiente, soprattutto quando vengono lavati in lavatrice. Anche se le microplastiche spesso non sono visibili ad occhio nudo, sono comunque presenti e, attraverso i cicli di lavaggio, finiscono nelle acque reflue che poi finiscono nei nostri fiumi, mari e oceani, dove possono causare danni significativi soprattutto agli animali acquatici. Una buona alternativa sostenibile al cotone o ai capi tecnici tradizionali è rappresentata dai capi realizzati in lana merino in combinazione con il TENCEL™ lyocell, una fibra di origine botanica derivata dal legno. Questa fibra aiuta a mantenere il corpo fresco e asciutto, e indovinate un po’? Grazie alla sua natura rigenerativa, è fino a 10 volte più ecologica del cotone, sia in termini di resa della materia prima nel prodotto finito, che in termini di fabbisogno idrico per la sua coltivazione. Vi consiglio di dare un’occhiata ai capi del nostro partner CAMCO, tutti realizzati al 50% con lana merino e al 50% con fibre TENCEL™. E la buona notizia è che c’è uno sconto del 20% dedicato ai pellegrini della Via Francigena!
➡️ Leggi anche: Come scegliere l’abbigliamento perfetto per il tuo cammino
Prelibatezze locali
Una delle cose più belle del viaggiare, a mio avviso, è che si ha la possibilità di provare prelibatezze dela gastronomia locale che probabilmente non si riuscirebbero a trovare a casa. Scegliere di mangiare prodotti e piatti locali è anche un modo sostenibile di ottenere i nutrienti necessari per continuare il viaggio a piedi o in bicicletta. Evitate le grandi catene (di fast food) lungo il percorso o i ristoranti che offrono “un po’ di tutto”. Assicuratevi invece di trovare una piccola trattoria locale a conduzione familiare che utilizzi prodotti freschi del territorio, magari addirittura di loro produzione. I prodotti locali non hanno dovuto viaggiare per centinaia o migliaia di chilometri attraverso paesi o continenti per finire nel piatto, rendendo quindi il vostro pasto più fresco, gustoso e sano.
Attenzione ai piccoli rifiuti (in plastica)
Fare uno spuntino durante un cammino a piedi o in bicicletta è uno dei modi migliori per mantenere alti i livelli di energia senza avere lo stomaco completamente pieno. Spesso, però, questi snack vengono venduti in confezioni singole, che possono essere comode ma che, ovviamente, sono tutto fuorché sostenibili. Quando scegliete i vostri spuntini, vi raccomando di scegliere il più possibile prodotti freschi, ad esempio frutta che non richiede posate e che può essere facilmente consumata in movimento, come banane e mele. Le barrette energetiche in confezione singola possono essere gustose e facili da portare con sé, ma in alternativa consiglio una tavoletta di cioccolato (biologico) avvolta nella carta e un bel sacchetto di frutta secca che vi durerà per molti giorni di cammino. Se vi capitasse di imbattervi in un mercato locale, potreste verificare se vendono la frutta secca al chilo, in modo da ridurre ulteriormente gli imballaggi utilizzati.
Prima di partire per la vostra avventura sulla Via Francigena, potete anche pensare di portare con voi un piccolo contenitore per alimenti (o un sacchetto riutilizzabile) da dare ai venditori del mercato per riempirlo di noci o altre prelibatezze senza utilizzare alcun imballaggio (di plastica). Sarete stupiti di quanti imballaggi monouso riuscirete a evitare con questi semplici consigli!
Come raggiungere il percorso e come tornare indietro
Come raggiungete di solito il punto di partenza per iniziare a camminare o a pedalare? Se avete intenzione di percorrere solo un paio di tappe e pensate di prendere l’auto per raggiungere il punto di partenza, forse è il caso di ripensarci! Il mio consiglio è quello di verificare se sono disponibili mezzi di trasporto pubblico in grado di portarvi verso il percorso e viceversa. Per alcune parti della Via Francigena, dove il tracciato tocca zone rurali senza grandi città e paesi, potrebbe essere difficile, ma vale sempre la pena provare! E già che ci siete: sapevate che la nostra Associazione ha stretto una partnership con diverse aziende di trasporto (pubblico) che offrono sconti speciali ai pellegrini della Via Francigena in possesso della credenziale ufficiale AEVF? Consultate le pagine dei partner FlixBus, Trenitalia e Trenord per maggiori informazioni e per ottenere lo sconto.
Se viaggiate in bicicletta, la maggior parte dei treni regionali di Trenitalia dispone di una carrozza dedicata per il trasporto delle biciclette, per cui è facile andare da A a B con la vostra fidata due ruote. Assicuratevi di aggiungere un biglietto per la bicicletta al vostro ordine sul sito o sull’app di Trenitalia, oppure alla biglietteria automatica in stazione.
Ridurre il consumo di acqua
Negli ultimi anni, soprattutto in Italia ma anche in molti altri Paesi del mondo, i problemi di grave siccità in estate (e non solo) sono sempre più frequenti. La siccità va di pari passo con l’innalzamento delle temperature medie annuali, motivo per cui consigliamo di percorrere la Via Francigena in Italia preferibilmente in primavera e in autunno, evitando i mesi torridi di luglio e agosto. Le temperature elevate rappresentano una minaccia per la nostra salute se non si prendono le dovute accortezze, e hanno inoltre un grande impatto sull’ambiente. Ridurre il consumo d’acqua mentre si percorre la Via Francigena è una buona abitudine sempre, e ancora di più durante i periodi di siccità. Quando parlo di “consumo d’acqua” non mi riferisco ovviamente all’acqua che si beve durante il viaggio a piedi o in bicicletta: è molto importante rimanere idratati e bere a sufficienza quando si è esposti a temperature elevate. Tra i modi per ridurre il consumo d’acqua c’è quello di chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti, invece di lasciare scorrere l’acqua. Oppure controllare di aver chiuso bene le fontanelle che si trovano lungo il percorso, che troppo spesso vengono lasciate aperte disperdendo acqua preziosa. Infine, una bella doccia rinfrescante alla fine della camminata sudata è uno dei momenti più belli della giornata, sono la prima ad ammetterlo, ma sappiate che sarete ugualmente puliti con una doccia di 5 minuti invece che di 20. Oltre ad essere meglio per l’ambiente, fare docce più brevi aiuterà anche i proprietari degli ostelli a gestire i loro alloggi per pellegrini, visto che di solito non ricevono alcun aiuto finanziario dal governo.